Le nostre industrie amano i propri prodotti e le proprie idee, generalmente frutto di una continua attenzione al dettaglio e della costante evoluzione.
L’eccessiva concentrazione sul prodotto, però porta spesso a trascurare nuove frontiere che, se affrontate con lucida attenzione, mostrano nuove opportunità e prospettive accattivanti.
La storia dell’industria, dalla prima rivoluzione industriale sino agli eventi degli ultimi mesi ci ha insegnato che in presenza di una nuova situazione, soprattutto se improvvisa, bisogna reagire con velocità e determinazione, trascurando per un attimo il prodotto e concentrandosi sulle esigenze immediate.
La drammatica vicenda del Covid 19, nel giro di pochi giorni ha catapultato le aziende italiane nell’esigenza di far operare “a distanza” i propri collaboratori per garantirne la sicurezza, e ci ha favorevolmente stupito nel dimostrare che a distanza si possono svolgere molte più attività di quante potevamo pensare e in molti casi con maggiore efficienza.
Abbiamo imparato che, ad eccezione della parte meramente hardware della produzione, tutto il resto è possibile gestirlo da remoto.
A distanza possiamo utilizzare il computer come se fosse la postazione sulla scrivania dell’ufficio, possiamo fare meeting e presentazioni in teleconferenza, magari con i partecipanti dislocati in continenti diversi. Insomma, abbiamo compreso il concetto che la distanza oggi è colmabile tramite le tecnologie.
Rimangono però ancora alcune remore da superare e miti da sfatare.
Ancora troppi ritengono che non sia possibile intervenire su grandi opere o compiere azioni dove è indispensabile essere sul posto per eseguire sopralluoghi di supervisione o mostrare dettagli operativi. In particolare tutte le attività di tipo commerciale necessarie a mostrare ai potenziali clienti macchinari e impianti in funzione, oppure agli interventi di diagnostica e manutenzione dove solo pochi esperti sanno dove e come intervenire.
Dunque, il coronavirus nostro malgrado, ci ha insegnato che esistono le tecnologie per operare a distanza nella quotidianità aziendale. Sono però disponibili anche le tecnologie necessarie a compiere altre importanti attività a distanza con grande risparmio di tempo e denaro.
Mediante la tecnologia della “realtà virtuale” è possibile compiere viaggi virtuali all’interno di stabilimenti industriali e osservare dettagli come se fossero davanti ai nostri occhi, oppure mediante la “realtà aumentata” è possibile visionare in real time ciò che vede un altro operatore all’altro capo del mondo e dialogare con lui per guidarlo nel compiere operazioni di manutenzione o registrazione di apparecchiature.
Si possono persino fare training su impianti già progettati e ancora in costruzione, in modo da addestrare il personale non solo all’uso, ma anche all’installazione e alla manutenzione prima ancora dell’avviamento operativo.
Per non parlare poi della visita ai grandi musei, dove è possibile visionare le opere d’arte in assoluta tranquillità, senza spostarsi e soprattutto avvicinarsi ad esse al limite del toccarle e godere di dettagli diversamente impossibili.
Potrebbero sembrare situazioni, se non fantascientifiche, futuribili o eccessivamente costose, ma in realtà si tratta di tecnologie già ben consolidate, a prezzi sostenibili e ampiamente sperimentate e funzionanti. Sono sufficienti un buon computer e un visore caratteristico di queste tecnologie che generalmente costa qualche centinaia di Euro.
Inoltre si tratta di investimenti che usufruiscono di svariate possibilità di sovvenzioni pubbliche, si possono iper-ammortizzare tramite i progetti di INDUSTRIA 4.0 e hanno un ritorno molto veloce.
Immaginiamo alcuni scenari:
Vogliamo portare un cliente in visita a una installazione per mostrare i pregi della nostra tecnologia, dobbiamo però superare una serie di ostacoli tra cui i principali sono:
Convincere un altro cliente ad ospitarci presso il suo stabilimento, e soprattutto convincerlo che il visitatore non è un suo concorrente.
Dobbiamo sostenere le spese di trasferta del nostro venditore.
Anche Il nostro potenziale cliente deve sostenere le spese di trasferta.
Quando siamo dal cliente che ci ospita dobbiamo spostarci in presenza di mezzi in movimento, altro personale affaccendato, indossare dispositivi di protezione individuale (le scomodissime sovrascarpe antinfortunistiche, occhiali e spesso anche camici e ridicole cuffiette).
La visita non potrà durare a lungo per non essere di ostacolo al cliente che ci ospita.
Non potremo fermare una macchina per poterla visionare all’interno, magari nei suoi più reconditi meccanismi, o smontarne virtualmente alcuni.
Tutto ciò è invece possibile in qualsiasi momento in modo virtuale, restando comodamente ciascuno nella propria sede.
Sfruttando la tecnologia potremo usufruire del teletrasporto e spostarci rapidamente da uno stabilimento all’altro e all’interno di essi nella massima comodità e velocità.
Potremo dialogare come se fossimo a pochi centimetri di distanza, ma senza fastidiosi rumori di fondo, o se vogliamo con un piacevole sottofondo musicale.
Sarà possibile entrare all’interno delle macchine, smontarne alcune parti e visionarle nel dettaglio, simulare operazioni di avviamento e manutenzione.
Gli avatar dei partecipanti, si muoveranno in totale libertà e sicurezza all’interno della realtà industriale che vogliamo esaminare.
Dobbiamo far ripartire un macchinario in avaria all’altro capo del mondo, ma il nostro tecnico esperto è già impegnato in altre attività e affrontare:
L’interruzione delle attività del nostro tecnico per catapultarlo in tutta fretta presso il cliente probabilmente già in fibrillazione.
Sostenere le spese di trasferta, ammesso che il coronavirus consenta lo spostamento.
Sul posto operare in fretta con il tecnico magari già stremato dal viaggio e dal jet-lag.
Tornare in sede e provvedere all’acquisto di parti di ricambio da inviare al cliente
Anche in questo caso la realtà aumentata può fornire un validissimo supporto.
Il nostro tecnico, interrompendo le attività per poco tempo, munito di un visore, potrà visionare e dialogare con il manutentore in loco che indossa un paio di occhiali munito di microcamera e auricolari. Gli occhiali del manutentore, in tempo reale, trasmetteranno al nostro tecnico la sua stessa visuale. Il nostro tecnico potrà guidare il manutentore per fare la diagnostica del guasto e immediatamente dargli le istruzioni delle operazioni da compiere e supervisionarne le azioni.
Nel caso poi si debbano sostituire alcuni componenti guasti o usurati, non sarà necessario trascrivere la sigla del componente per processare poi l’ordine di acquisto. Sarà sufficiente che il manutentore inquadri il codice a barre del componente e dia il consenso con la semplice pressione sull’astina degli occhiali, perché immediatamente venga trasmesso l’ordine senza alcun errore di lettura o trascrizione.
È quindi molto facile e intuitivo immaginare i notevoli risparmi che si possono ottenere grazie a queste tecnologie:
Risparmi di tempo (si evitano le trasferte e si interviene in tempi rapidi);
Risparmi sui costi di intervento negli impianti sia in fase di sopralluogo preventivo che in fase di manutenzione su impianti reali complessi;
Riduzione dei tempi di attesa per riparazioni o arrivo parti di ricambio;
… ciascuno di noi può proseguire questo lungo elenco con i vantaggi che sta immaginando durante la lettura pensando alle proprie esperienze.
Come dicevamo, queste tecnologie non sono fantascienza, ma sono già disponibili a costi contenuti da parte di eccellenze presenti nel nostro territorio (come: Eon Reality, Vection, Vrums).
Alcuni fornitori di queste tecnologie stanno anche proponendo offerte commerciali molto interessanti per aiutare le PMI nella ripartenza del dopo Corona-virus.
Si tratta quindi di aver compreso che a distanza si possono svolgere facilmente tante attività, come l’isolamento del coronavirus ci ha già insegnato con lo smart working.
Con un piccolo sforzo e pochi investimenti, cerchiamo di trasformare in opportunità la drammatica vicenda del coronavirus e consentire una rapida ripartenza delle nostre aziende, comprese le PMI che certamente dovranno recuperare maggior terreno perduto.
Articolo a cura di Piero Mignardi e Salvatore Patti, partner QTM s.r.l. e associati Federmanager Bologna – Ferrara – Ravenna